Una molecola contro la fame nervosa
Un gruppo di ricerca italiano ha scoperto che la molecola di oleoiletanolamide riesce a contrastare il disturbo da alimentazione incontrollata
Una ricerca del Dipartimento di Fisiologia e farmacologia Vittorio Erspamer di Sapienza Università di Roma e della Scuola di Scienze del farmaco e dei prodotti della salute dell’Università di Camerino, ha identificato in una molecola, l’oleoiletanolamide (Oea), un nuovo strumento farmacologico per prevenire e contrastare il disturbo da alimentazione incontrollata. I risultati dello studio sono stati recentemente pubblicati sulla rivista Neuropsychopharmacology.
L’Oea è una molecola che produce un segnale di sazietà andando ad agire nelle zone del cervello dedicate al desiderio/bisogno di cibo. La ricerca si è concentrata su quei disturbi alimentari denominati Binge eating disorder (Bed) che portano ad assumere grandi quantitativi di cibo, zuccheri specialmente, in relazione a fattori di stress ambientale e psicologico. Il lavoro è basato su un modello di ratto su cui è stato indotto il Bed e ha dimostrato che la somministrazione dell’Oea andava a contrastare il Bed, senza avere gli effetti collaterali di altri trattamenti a base di lisdexamfetamine (insonnia, perdita di peso e depressione).
La bulimia, l’anoressia e il disturbo dell’alimentazione incontrollata o Binge eating disorder (Bed), sono delle patologie in aumento nella nostra epoca. Come rileva l’Istituto superiore di sanità (Iss), è importante diagnosticarle per intervenire tempestivamente con terapie adeguate (psicologiche e farmacologiche) prima che possano portare danni permanenti a chi ne è affetto. Tra questi il Bed si manifesta come l’attitudine a ingerire grandi quantità di cibo e nel tempo può portare a obesità e altri problemi di salute. In generale questi disturbi sono delle risposte a delle situazioni di stress che hanno una origine in sofferenze psicologiche. Con la pandemia da Covid-19, secondo la Società italiana per lo studio dei disturbi alimentari, la forte pressione emotiva e lo stress da isolamento prolungato possono favorire l’insorgenza di Bed.
“Oggi sappiamo”, spiegano Adele Romano della Sapienza e Maria Vittoria Micioni Di Bonaventura dell’Università di Camerino, autrici dello studio “che l’Oea è in grado di prevenire lo sviluppo di un comportamento alimentare anomalo, di tipo binge, e agisce modulando l’attività di circuiti cerebrali che rispondono alle proprietà piacevoli del cibo e/o all’esposizione a una condizione stressante”. I risultati dello studio scientifico, da confermare su pazienti umani affetti da Bed, fanno ben sperare per l’introduzione di farmaci a base di Oea che, insieme a una terapia psicologica, possano contrastare il disturbo da alimentazione incontrollata.
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