Lise Meitner, una mostra per il Nobel mancato
Lise Meitner. Ma “Lise chi?” Un percorso multimediale per incontrare uno dei volti più importanti, seppur poco noti, della storia scientifica del Novecento
Pacifista, pioniera della fisica nucleare e nominata per ben 48 volte al premio Nobel senza mai ottenerlo, Lise Meitner, “una fisica che non perse mai la sua umanità” come ricorda l’epitaffio sulla tomba, è la protagonista, dal 3 al 26 marzo 2023, della mostra multimediale dal titolo “Lise chi? La vita e l’impegno della grande e simpatica fisica Lise Meitner” ed esposta all’Archivio di Stato di Torino.
Le origini del percorso multimediale
La mostra nasce originariamente nel 2018 da un’idea del Sissa Medialab di Trieste per celebrare tre date, 1878, 1938 e 1968, corrispondenti a tre importanti ricorrenze: i 140 anni dalla nascita, gli 80 anni dalla scoperta della fissione nucleare e i 50 anni dalla morte. Organizzata nuovamente nel 2023 dall’università di Torino in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) di Torino, la mostra ha lo scopo di presentare la fisica austriaca come modello per i giovani di oggi e di promuovere il ruolo delle donne nella scienza.
Lo spazio espositivo, arricchito con biglietti contenenti pensieri di Lise Meitner che ogni visitatore può portare via con sé, presenta postazioni multimediali (suddivise in tre video), testi e foto storiche con cui vengono ripercorsi i luoghi e le tappe più importanti della vita e delle ricerche scientifiche della fisica austriaca: dagli studi condotti in collaborazione con il collega Otto Hahn, alla scoperta del processo di fissione nucleare, fino al rifiuto di aderire al progetto Manhattan per la realizzazione della bomba atomica e all’impegno a favore di un impiego pacifico dell’energia nucleare.
Come si compone la mostra
Punto di partenza è Vienna, città dove nacque nel 1878 da una famiglia di origini ebraiche e dove fin da piccola sviluppò e coltivò la passione per le materie scientifiche, scontrandosi con i pregiudizi e la mentalità maschilista dell’epoca. Le sue grandi capacità e il supporto della famiglia riuscirono a farla entrare in università, dove rimase affascinata dalle lezioni del fisico teorico Ludwig Boltzmann.
Segue poi Berlino, dove si trasferì nel 1907 per frequentare, come uditrice (in Prussia le donne non erano ancora ammesse all’università), le lezioni di Max Planck e dove conobbe Otto Hahn, con il quale intraprese una collaborazione trentennale. In questa città, Lise Meitner svolse gran parte delle sue ricerche scientifiche divenendo la prima donna in Germania ad avere la libera docenza.
Punto di arrivo sono Stoccolma e il “periodo della bomba atomica”. Nonostante le origini ebraiche, fino al 1938 la cittadinanza austriaca aveva protetto Lise permettendole di portare avanti le sue ricerche. In quell’anno, l’annessione dell’Austria alla Germania la costrinse a fuggire in Svezia, dove nel dicembre del 1938 fece la sua scoperta più importante. Partendo da una lettera in cui Otto Hahn le esponeva alcuni strani risultati derivanti da un esperimento sull’uranio, la fisica austriaca comprese il funzionamento del processo di fissione nucleare, riuscendo anche a calcolare la quantità di energia liberata nel processo. Per questa scoperta, Otto ricevette il Nobel nel 1944, mentre il contributo di Lise Meitner fu completamente obliato anche dallo stesso Hahn, che durante la premiazione evitò di menzionare la collega. Nonostante ciò, e nonostante la contrarietà a un uso bellico dell’energia nucleare, Lise sarebbe stata ricordata come “la madre della bomba atomica”.
Il percorso multimediale si conclude con il 1968, anno di morte di Lise Meitner, spentasi a Cambridge dopo aver dedicato la sua vita alla fisica e all’impegno a favore della pace e di una maggiore inclusività nel mondo scientifico.
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