Vietato non toccare: in mostra in Sapienza una replica del corpo di Ramses II, il faraone immortale
Inaugurata in Sapienza una mostra che permette di toccare una replica del corpo di Ramses II, uno tra i più noti e celebrati faraoni d’Egitto.
È stata inaugurata il 9 febbraio al Museo del Vicino Oriente Egitto e Mediterraneo di Sapienza la mostra dal titolo “La mummia di Ramses. Il faraone immortale”. A rendere straordinario l’evento è la possibilità di toccare con mano una riproduzione della mummia di Ramses II così come apparve nel 1886, quando Gaston Masperò (allora Direttore del Service de conservation des antiquités de l’Égypte) sbendò e identificò per la prima volta il reperto originale. Grazie all’utilizzo di una tecnica sperimentale avveniristica, che ha permesso di ricostruire il corpo e la pelle del faraone egiziano con materiali organici ed ecocompatibili, il gruppo di ricercatori di Sapienza ha infatti realizzato una riproduzione tridimensionale in scala 1:1 del reperto archeologico, del tutto analoga all’originale.
La combinazione di tecniche di fabbricazione digitale e biofabbricazione, con l’ausilio di materiali dalle diverse caratteristiche sensoriali, ha permesso di restituire un feedback tattile realistico del corpo mummificato. Per la prototipazione della replica i ricercatori hanno utilizzato come riferimento la più recente foto della mummia. Uno strato di argilla ha poi permesso di modellare a mano gli elementi stampati in 3D, consentendo di riprodurre tutti i dettagli anatomici del corpo del faraone. I ricercatori hanno infine rivestito il modello con uno strato di nanocellulosa batterica prodotta dalla fermentazione di una coltura simbiotica di batteri e lieviti, un materiale particolarmente adatto a riprodurre da un punto di vista tattile, visivo e olfattivo le qualità della pelle mummificata.
“I ricercatori”, ha spiegato Lorenzo Nigro, professore di Archeologia del Vicino Oriente Antico, “hanno sperimentato nuove tecniche per realizzare una pelle organica che fosse non solo manipolabile e utilizzabile per delle riproduzioni perfettamente naturali, ma anche toccabile in modo da studiare cosa succede nella preservazione di reperti di materia organica. Questa riproduzione serve infatti a capire come venivano realizzate le mummie, ma anche a conoscere meglio i resti del passato per imparare a rispettarli”.
La mostra sarà visitabile fino al 14 giugno 2023 e inserisce la mummia del faraone egiziano in un contesto didattico che inquadra la vita e le imprese di Ramses II, il mondo funerario dell’antico Egitto e le tecniche di imbalsamazione. Il percorso ideato nella sezione egiziana del Museo conduce infatti il visitatore all’interno della camera funeraria del faraone dove, oltre alla mummia, è possibile toccare e sentire i profumi delle sostanze usate per la mummificazione ed esplorare la tomba monumentale scavata nella pietra grazie a un plastico ricostruttivo. Il visitatore potrà inoltre conoscere le vicende legate alla regina Tuya, madre di Ramses II, di cui il museo possiede un calco in gesso di un busto originale conservato nei Musei Vaticani.
La mostra, arricchita da contenuti multimediali e ricostruzioni 3D, propone un’esperienza sensoriale delle tecniche di conservazione antiche e moderne e ripercorre le imprese di uno dei più importanti sovrani dell’antico Egitto, al fine di promuovere una condivisione della storia e dell’archeologia senza barriere.
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