Niente soldi per la ricerca da Nobel
I vincitori del Nobel 2013 si scagliano contro i tagli dei finanziamenti alla ricerca
«I fondi per la mia ricerca sono stati bloccati»: una denuncia che non stupirebbe da parte di un ricercatore di un’università italiana. Ma se a dirlo è un premio Nobel, la notizia fa scalpore. James Rothman ha vinto il Nobel per la Medicina e la Fisiologia 2013, insieme a Randy Schekman e Thomas Südhof, per le scoperte sul meccanismo che regola il traffico vescicolare, uno dei più importanti sistemi di trasporto delle cellule. Intervistato dall’Associated Press, Rothman ha dichiarato che il National Institutes of Health (NIH), ovvero l’agenzia governativa degli Stati Uniti che supporta economicamente la ricerca biomedica, ha tagliato i fondi proprio agli studi che gli hanno valso il premio.
Ma come mai scienziati ritenuti l’eccellenza mondiale nel loro campo hanno difficoltà a trovare i soldi per lavorare? La ragione sta nel drammatico momento dell’economia americana, ma anche nelle scelte fatte dal NIH. Negli ultimi anni, come più volte denunciato dalla stampa americana, l’agenzia ha finanziato solo grandi progetti con un risvolto applicativo immediato. Questo a discapito della ricerca “di base”, quella cioè che mira all’ampliamento delle conoscenze scientifiche senza dirette ricadute pratiche. I tre Nobel hanno denunciato la politica del NIH sottolineando che la ricerca di base è sempre stata un carburante per l’innovazione e la tecnologia. «Molti miei colleghi, specialmente quelli giovani, pensano di dover lavorare solo su argomenti rilevanti da un punto di vista medico. Il lievito, per esempio, che io continuo a considerare un organismo modello valido, ora è meno popolare semplicemente perché la gente sa che non otterrebbe i finanziamenti dal NIH» punta il dito Randy Schekman. Invece è anche grazie ai suoi studi sul lievito che oggi siamo in grado di produrre farmaci come l’insulina.
Ad aggravare la situazione è arrivato, a inizio ottobre, il blocco legislativo che ha portato il governo americano a interrompere parte delle sue funzioni, considerate non essenziali. I danni alla ricerca scientifica sono stati immediati. «Data questa incredibile paralisi federale che sta smantellando gli enormi sforzi fatti in campo biomedico – ha commentato Schekman – bisogna tornare a dire che la scienza di base è fondamentale e che senza investimenti il progresso in questo settore si arresterà completamente». «La mancanza di fondi porterà a una fuga di cervelli – ha aggiunto Rothman – molti scienziati lasceranno l’America, altri non sceglieranno di venire. E la ricerca avventurosa per la quale i miei colleghi sono stati riconosciuti con il premio Nobel non verrà più fatta».
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