Un Nobel per la pace nello spazio?
L’astronauta Paolo Nespoli appoggia la candidatura della Stazione spaziale internazionale al premio Nobel per la pace
In un’intervista apparsa sulla versione digitale del quotidiano La Stampa, Paolo Nespoli, astronauta dell’Esa, ha riportato alla ribalta la candidatura di un particolare programma spaziale al premio Nobel per la pace. Nel dicembre del 2013, infatti, la rivista Space Safety Magazine ha costituito un comitato per promuovere la candidatura della Stazione spaziale internazionale (Iss). L’Iss è un satellite artificiale abitabile, che orbita attorno alla Terra, lanciato nel 1998. Ha una struttura modulare e le sue parti principali sono state costruite dagli Stati Uniti, dalla Russia, dal Giappone e dall’Unione europea.
Questa collaborazione è il più grande impegno internazionale della storia umana, come ha ricordato Nespoli nell’intervista: “Quale altro programma nella storia è riuscito a unire così tante nazioni, che lavorano per un progetto così importante?”. In quindici anni sulla stazione si sono alternati equipaggi multietnici che provengono da “nazioni con culture e ideologie diverse, ma che nello spazio, e per lo spazio, collaborano. America e Russia non parlano da tempo, tranne che lassù”, ha aggiunto l’astronauta. Nespoli a sessant’anni tornerà sulla Stazione spaziale internazionale questa estate per la missione VITA (Vitality, Innovation, Technology, Ability), la terza della sua carriera a quasi dieci anni dalla prima.
Ma chi può proporre una candidatura al premio Nobel? Non tutti. Nel caso del premio Nobel per la pace, le candidature possono essere proposte dai membri dei governi nazionali e dai docenti universitari di scienze sociali, storia, filosofia, legge e teologia. Ma anche dai direttori degli istituti di ricerca sulla pace, di politica estera e da chiunque abbia vinto un premio Nobel per la pace nel passato. Contrariamente a quanto avviene per i premi Nobel nelle altre discipline, quello per la pace può essere assegnato, oltre che a un singolo individuo, anche a un’organizzazione.
È il caso, tra gli altri, dell’Unione europea, premio Nobel per la pace nel 2012 per i contributi dati a favore della pace, della democrazia e dei diritti umani e dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche che è stata premiata nel 2013. Nel 2015, il premio è stato assegnato al Quartetto per il dialogo nazionale tunisino, un gruppo composto da quattro enti civili, che, attraverso il suo ruolo di mediazione, ha favorito la rinascita del paese, mediante un percorso democratico, dopo che la “Rivoluzione dei gelsomini” ne aveva sconvolto l’ordinamento nel 2011. Questo Nobel per la pace ha un legame con l’Italia. Infatti il quartetto ha tra i suoi componenti anche Mohamed Fadhel Mahfoudh, cittadino onorario della città di Palermo dal 2016.
Credits immagine in evidenza: NASA/Paolo Nespoli
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