Non ci possiamo più fidare neanche di un Nobel!
Di Emanuele Cropani e Alice Tarantino, I C, Liceo Scientifico, Linguistico e Musicale “Galileo Galilei”, Civitavecchia
Questo saggio partecipa al concorso Hansel e Greta. Il vincitore verrà designato sulla base del numero di voti ricevuti e della valutazione da parte di una giuria di qualità. Le votazioni partiranno il 15 giugno 2020. Per votare cliccare su questo link, selezionare il tema desiderato e cliccare sul pulsante “vota” in fondo alla pagina.
Il premio Nobel fu creato da Alfred Bernhard Nobel, chimico svedese, che inventò la dinamite e la balistite (esplosivo da lancio). Nel 1895 nel testamento destinò il suo patrimonio ad una fondazione con lo scopo di distribuire ogni anno cinque premi, uno per ogni categoria: chimica, medicina o fisiologia, letteratura, fisica e pace. Il premio Nobel è un’onorificenza assegnata dal governo svedese a studiosi e persone che si sono distinte per le loro ricerche, scoperte, invenzioni, opere letterarie, impegno in favore della pace mondiale. È considerato il premio di maggior valore dell’epoca contemporanea. Il premio consiste nella vincita di una somma di quasi un milione di euro e una medaglia d’oro. I premi vengono consegnati ogni anno a Stoccolma e ad Oslo il dieci dicembre, anniversario della morte di Nobel. Il premio Nobel venne assegnato per la prima volta nel 1901 e da quella data ad oggi più di 900 persone e organizzazioni lo hanno ricevuto.
Ci siamo chiesti se tutti i vincitori del premio Nobel abbiano raggiunto gli obiettivi che si erano prefissati o se ciò che affermano sia sempre corretto; cercando di rispondere a questa domanda abbiamo trovato due diversi esempi: Luc Montaigner ed Enrico Fermi.
Uno dei numerosi vincitori del premio dal 1895 ad oggi è stato Luc Montaigner, che vinse il Nobel per la medicina nel 2008. Luc Montaigner è un famoso virologo nato a Chabris, in Francia, il 18 agosto del 1932. Dopo aver concluso i suoi studi all’università di Poitiers, nel 1967 cominciò a intraprendere le sue prime ricerche nell’ambito della virologia, focalizzandosi maggiormente sullo studio dei meccanismi di replicazione dei virus a RNA. Nel 1982, un medico dell’Hopital Bichat di Parigi chiese a Montaigner di prestare le proprie competenze al servizio di una ricerca sulla possibile causa di una nuova misteriosa sindrome: l’AIDS. Nel 1986 Luc riesce a isolare un secondo ceppo dell’HIV chiamato HIV-2, maggiormente diffuso in Africa. Nel 2008 vinse il premio Nobel per la medicina per le sue ricerche che nei primi anni Ottanta avevano portato all’isolamento dell’HIV. Durante la sua carriera ha più volte sostenuto diverse teorie senza fondamento scientifico e molto vicine al complottismo; per questo motivo la sua credibilità in ambito scientifico è diminuita molto negli anni a venire. Ne è un esempio l’intervento nella situazione che è stata e che è ancora oggi protagonista: Sars-CoV-2. Il Francese in un’intervista ha dichiarato che il Coronavirus è stato un errore umano provocato da alcuni scienziati che cercavano di mettere a punto un vaccino contro l’AIDS. Ha espresso la sua opinione con queste parole: “Con il mio collega, il biomatematico Jean-Claude Perez, abbiamo analizzato attentamente la descrizione del genoma di questo virus RNA. Non siamo stati i primi: un gruppo di ricercatori indiani ha cercato di pubblicare uno studio che mostra come il genoma completo di questo virus abbia all’interno delle sequenze di un altro virus, quello dell’AIDS. Il gruppo indiano ha ritrattato dopo la pubblicazione, ma la verità scientifica emerge sempre. La sequenza dell’AIDS è stata inserita nel genoma del Coronavirus per tentare di fare il vaccino”. La teoria sostenuta da Montaigner è stata smentita da diversi scienziati perché le sequenze di amminoacidi delle proteine che formano il virus della SARS 2 si possono trovare anche in altri quindici virus (uno dei quali relativo addirittura alle api) e anche perché è stato accertato che si sia sviluppato in natura. Nonostante ciò Montaigner ha ribattuto affermando: “Io comunque sono un Premio Nobel e posso lavorare liberamente, non ho nessuna pressione su di me”. I Coronavirus sono una vasta famiglia di virus conosciuti per causare malattie che variano dal comune raffreddore a quelle più gravi. Sono virus a RNA a filamento positivo con la forma simile ad una corona.
Un altro vincitore del premio Nobel è stato il fisico Enrico Fermi, considerato il più grande fisico italiano di tutti tempi dopo Galileo Galilei. Fermi nasce a Roma nel 1901 e dimostra sin dalla giovinezza una grande attitudine per lo studio. Dal 1918 frequentò l’Università Normale di Pisa e nel 1922 si laureò con il massimo dei voti. Nel 1926 scrive un lavoro sulla distribuzione di particelle con spin semi-intero che rispondono al principio di esclusione di Pauli (il nome delle particelle sarà fermioni, in onore di Fermi). Successivamente, poco tempo dopo, gli venne assegnata la cattedra di fisica preso l’Università di Roma. Fermi formò anche un gruppo di giovani ragazzi capaci di competere nel campo della “nuvola fisica” (i ragazzi di via Panisperna). Tra il 1933 e il 1934 Fermi elaborò la teoria del decadimento beta e dell’interazione debole ottenendo dei grandi risultati. Nel 1934 è in grado di annunciare la scoperta della “radioattività artificiale”, rilevata durante un esperimento nel quale sostituì inconsciamente un cuneo di piombo da inserire tra la sorgente di neutroni e il bersaglio, con un pezzo di paraffina. In pratica, i “ragazzi di via Panisperna” bombardarono con neutroni rallentati da acqua o paraffina i nuclei degli atomi. La tecnica ha una straordinaria capacità di indurre trasmutazioni nucleari. Nei mesi successivi il gruppo ha bombardato con neutroni lenti i nuclei di una serie di elementi diversi, scoprendo nuove sostanze radioattive. Bombardando i nuclei di torio e di uranio, il gruppo pensa di aver ottenuto una trasmutazione importante, la creazione di elementi trans-uranici, ovvero di elementi con un numero atomico superiore a quello dell’uranio. In realtà, inconsapevolmente, avevano ottenuto la fissione del nucleo senza accorgersene, probabilmente a causa delle scarse risorse che aveva l’Italia in confronto alle altre nazioni. Durante il 1938 quando il governo fascista emanò le leggi razziali, Enrico Fermi scoprì che gli era stato assegnato il premio Nobel per la fisica e dato che la moglie era ebrea, approfittò proprio della consegna del premio a Stoccolma per recarsi successivamente in America. Poco dopo il suo trionfo a Stoccolma, due chimici tedeschi scoprirono che il bombardamento del nucleo di uranio non produce nuovi elementi ma lo divide in due parti. Fermi morì alla sola età di 53 anni, nel 1954, a Chicago a causa di un tumore.
Dalle storie di questi due uomini possiamo dedurre che anche le persone più intelligenti, esperte e competenti possano sbagliare o non accorgersi che i risultati ottenuti non siano quelli prefissati: infatti Montaigner e Fermi ne sono un chiaro esempio!
Dunque la domanda che ci poniamo è: “Ci si può sempre fidare di un premio Nobel?!”
Credits immagine: Bastian Greshake @Flickr
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