Obamacare addio, così sta per essere smantellata la riforma dell’ex-presidente Usa
Un articolo scientifico tra i più letti del 2016 e una riforma sanitaria senza precedenti destinata a una prematura scomparsa. Questo il lascito del premio Nobel Barack Obama al termine dei suoi otto anni di presidenza
Lo aveva promesso in campagna elettorale e lo sta facendo. Donald Trump, subito dopo il suo insediamento alla Casa Bianca, ha avviato lo smantellamento della Obamacare, la riforma sanitaria voluta dal suo predecessore, che ha esteso a più di 20 milioni di americani la copertura assicurativa sanitaria. E di cui purtroppo, si teme, rimarrà ben poco: solamente un articolo scientifico sul tema, pubblicato dallo stesso Obama, e risultato il più condiviso del 2016, e un vago impegno da parte del nuovo presidente a non lasciare i propri cittadini senza copertura assicurativa.
La riforma sanitaria che porta il nome di Obama, primo presidente afro-americano nella storia degli Stati Uniti, e discusso vincitore del Nobel per la pace del 2009, in realtà affonda le proprie radici piuttosto lontano nel passato. Il percorso verso l’estensione dell’accesso alla sanità era iniziato nel 1935, con il Social Security Act di Franklin D. Roosvelt, proseguito trent’anni più tardi con l’introduzione di Medicare e Medicaid durante la presidenza di Lyndon Johnson, e culminato con il Patient protection and affordable care act, meglio conosciuto come Obamacare.
Definita come la più importante riforma dell’amministrazione Obama, è anche quella che ha mostrato gli effetti più immediati, toccando punti salienti quali l’incremento della qualità e dell’affidabilità della copertura assicurativa, la diminuzione della percentuale di popolazione non assicurata e la riduzione dei costi della sanità per cittadini e governo. Simbolo della lunga e complessa battaglia vinta nel marzo 2010 nonostante le lobby delle assicurazioni e la forte opposizione dei repubblicani, oggi più agguerriti che mai con l’insediamento alla Casa Bianca del nuovo presidente Donald Trump. Dopo appena una settimana dall’insediamento, infatti, con un ordine esecutivo diretto alle agenzie governative, il neo-presidente ha di fatto autorizzato il lento smantellamento della tanto detestata riforma sanitaria del suo predecessore, definita come un “pesante fardello” per il paese in termini di denaro. Sebbene solamente il congresso possa definitivamente revocarla e i democratici abbiano promesso azioni di contrasto, la strategia intrapresa è quella della diminuzione del budget federale, con l’obiettivo di “creare un mercato assicurativo sanitario più libero e aperto”. Cosa ciò voglia realmente dire non è chiaro, e nessuna decisione ufficiale è ancora seguita alla promessa di non lasciare i propri cittadini senza assicurazione sanitaria.
Il futuro della sanità americana è insomma più incerto che mai. Per conoscerne la sorte non resta che attendere le prossime mosse di Trump.
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