Origine di Sars-CoV-2, la teoria del “lab leak” è esagerata. Parola del Nobel che l’ha sostenuta
David Baltimore, Nobel per la medicina del 1975, ha detto che le sue parole sui cambiamenti genetici di Sars-CoV-2 erano esagerate. Non doveva usare l’espressione “smoking gun” che ha fatto nascere tanta polemica sull’origine artificiale del virus
David Baltimore ha ricevuto il premio Nobel nel 1975 diviso con altri due ricercatori – Renato Dulbecco e Howard Temin – per la scoperta dell’interazione tra gli oncovirus e il materiale genetico della cellula. Nei mesi scorsi Baltimore è diventato la persona più citata dai sostenitori della cosiddetta teoria “lab leak” sulle origini di Sars-CoV-2, secondo la quale, per l’appunto, il virus sarebbe “sfuggito” da un laboratorio. In particolare, a maggio scorso lo scienziato aveva sostenuto, sulle pagine del Bulletin of the Atomic Scientists, che alcuni cambiamenti genetici del virus fossero la “smoking gun” – ossia la “pistola ancora fumante”, espressione che indica una prova molto evidente – della teoria della fuga dal laboratorio.
Recentemente Baltimore ha cambiato opinione. In un’intervista alla rivista scientifica Nature e al giornale LA Times ha detto, infatti, che l’espressione “smoking gun” fosse inappropriata. Lo scienziato ha aggiunto anche che, in verità, non è così chiaro se il coronavirus sia stato creato in laboratorio oppure abbia origini naturali, proponendo di considerare tutte le possibili ipotesi.
Il punto di vista di Baltimore non è passato certo inosservato, innescando una discussione così accesa che perfino Joe Biden, Presidente degli Stati Uniti, ha chiesto un report dei servizi speciali americani per mettere insieme tutte le informazioni disponibili sull’origine del virus. Più di un collega di Baltimore, comunque, è molto scettico: lo stesso cambiamento genetico cui fa riferimento il Nobel, infatti, avverrebbe anche in altri coronavirus di origine “naturale”.
Immagine in evidenza: Wikimedia Commons
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