Paul Krugman: i ricchi sono pochi e potenti. E con la laurea

Paul Krugman: i ricchi sono pochi e potenti. E con la laurea

Per il Nobel dell’economia, non è il titolo di studio che causa disuguaglianze, come riportato dal Corriere della Sera, bensì il potere
«La laurea non serve per fare soldi. La tesi controcorrente di Krugman». Questo è quanto riportava il Corriere della Sera on line il 9 marzo scorso. E va bene che gli economisti certe volte parlano in modo difficile, ma questa volta il pensiero di Paul Krugman, Nobel per l’economia 2008, era stato decisamente travisato. Secondo lui infatti la vera causa di disuguaglianze sociali non è l’istruzione ma la distribuzione del potere.

Paul Krugman (Photo by Ed Ritger)

Paul Krugman (Photo by Ed Ritger)

Nel suo blog lo scienziato mette spesso alla berlina persone apparentemente molto serie, sostenendo che sembrare seri ed esserlo davvero non sono affatto la stessa cosa. Lo dimostrerebbero i discorsi di certi politici e sapientoni che spesso svicolano su altri problemi anziché trattare seriamente tragedie come la disoccupazione, ad esempio. E su un tema importante come il lavoro  si punta erroneamente il dito sull’istruzione.
«Noto con dispiacere –dice l’economista- come si insista sul fatto che le carenze educative siano alla base della ancora debole creazione di posti di lavoro, della stagnazione dei salari e dell’aumento delle disuguaglianze, ma non ci sono prove». Pur dichiarando di essere nettamente a favore di un miglioramento dell’istruzione, il Nobel è convinto che la teoria centrata sull’istruzione secondo la quale i tempi cambiano, la tecnologia galoppa e i lavoratori americani sono rimasti indietro con con la preparazione, sarebbe un discorso da casalinga di Voghera, anzi di Kansas City.

Ma il ritmo del cambiamento tecnologico è davvero così veloce? Per Krugman no e in questo dà ragione all’imprenditore Peter Thiel (il primo a investire su Facebook) che ha provocatoriamente affermato «abbiamo bisogno di macchine volanti e non dei 140 caratteri di Twitter». Infatti per Krugman c’è stato un brusco rallentamento della produttività e non ci sono prove che la mancanza di competenze freni l’occupazione. Se le aziende avessero un disperato bisogno di lavoratori con determinate competenze, avrebbero offerto super-salari per attirarli. A parte qualche rara eccezione come gli operatori per macchine da cucire o i calderai, l’idea che i lavoratori altamente qualificati siano in genere più richiesti è falsa.

Media annuale dei guadagni secondo il livello di istruzione (Fonte: U.S. Census Bureau, current population survey, 2012 annual social and economic supplement, The Washington Post)

Media annuale dei guadagni secondo il livello di istruzione (Fonte: U.S. Census Bureau, current population survey, 2012 annual social and economic supplement, The Washington Post)

E arriviamo alla tesi sui laureati travisata dal Corriere. È vero che i guadagni degli americani molto istruiti hanno smesso di crescere dalla fine degli anni ‘90, ma Krugman non dice affatto che sono più bassi di altri salari. Soprattutto, avverte, tutti i grandi guadagni stanno andando a un piccolo gruppo di persone che ricopre posizioni strategiche in poche aziende o nella finanza. La vera, crescente disuguaglianza non è quindi su chi ha la conoscenza, ma è su chi ha il potere. Tutto il resto sono chiacchiere, e non solo a Kansas City.

 

Paul Krugman parla della crisi economica al Worl Business Forum di Milano, 2010

Una vignetta satirica sulla distribuzione della ricchezza (John Darkow cartoon)

Una vignetta satirica sulla distribuzione della ricchezza (John Darkow cartoon)