trapianto trachea

Primo trapianto di trachea su un paziente guarito da Covid 19

Il 2 marzo scorso, al policlinico universitario Sant’Andrea Sapienza, è stato eseguito, per la prima volta al mondo, un trapianto totale di trachea su un paziente post- Covid.

Il policlinico universitario Sant’Andrea Sapienza si conferma una struttura d’eccellenza nella chirurgia toracica. Nell’ospedale romano, il 2 marzo scorso, è stato infatti effettuato il primo trapianto di trachea su un paziente reduce dal Covid.  La protagonista di questa operazione da record è la chirurga Cecilia Menna che, durante la conferenza stampa del 15 aprile nell’aula magna dell’ateneo romano, ha spiegato l’importanza di questo risultato. Un intervento che avrà “un alto impatto sociale nei mesi e anni a venire”, dice la dottoressa Menna, poiché si stima che “le patologie tracheali raddoppieranno a causa delle conseguenze legate all’infezione da Covid-19”. Il paziente si chiama Giuseppe, ha cinquant’anni ed è originario della Sicilia. Ha contratto l’infezione da Covid-19 nel 2020 ed è stato assistito in terapia intensiva tra novembre e dicembre dello stesso anno.

La tecnica utilizzata

La trachea è un organo unico che conduce l’aria dalla bocca ai polmoni ed è importante per la fonazione, la deglutizione e il sistema immunitario. È un organo molto colpito dopo l’infezione da Sars-CoV-2, sia per i danni causati dalla malattia che per le complicanze di un’assistenza ventilatoria prolungata. È un risultato importantissimo per la ricerca e la formazione universitaria italiana poiché i trapianti di trachea sono in generale molto difficili data la sua estesa vascolarizzazione, sono di norma fallimentari e si preferisce l’utilizzo di trattamenti chirurgici standard quando possibile.

In questo caso la trachea era gravemente compromessa e l’équipe ha scelto la strada del trapianto totale. La tecnica utilizzata prevede l’ausilio di un tratto di aorta toracica ed è stata sviluppata in Francia, ma non era mai stata applicata a una sostituzione totale dell’organo.

L’intervento

L’intervento, a cui hanno partecipato 5 operatori, è durato 4 ore e 40 minuti ed è stato un grande lavoro di gruppo eseguito insieme all’équipe degli anestesisti e agli infermieri. Il team chirurgico ha estratto la trachea del paziente e l’ha sostituita con un tratto di aorta toracica donato dalla banca dei tessuti di Treviso. All’interno della nuova trachea è stato sistemato un cilindro di silicone che permette di mantenere pervio il condotto. Nell’arco temporale di un anno, le cellule staminali totipotenti del paziente ripopoleranno l’aorta e la trasformeranno in cartilagine, riformando la trachea. Il cilindro di silicone verrà rimosso. L’operazione è avvenuta in assenza di circolazione extracorporea grazie a tecniche anestesiologiche innovative che hanno quindi permesso al paziente di respirare sempre autonomamente. Non è stata necessaria la terapia intensiva post-operatoria e il paziente è stato dimesso 20 giorni dopo. Giuseppe si è collegato durante la conferenza stampa confermando di stare bene: “L’intervento mi ha cambiato la vita”, ha raccontato, “e ho ripreso anche l’attività sportiva”.