Rebel Rebel- Toss or take
Nella iconica serie Sex and the city, Carrie deve fare una selezione toss or take dal suo estroso e invidiabile armadio. Vediamo sfilare le spalline alla Grace Jones, le paillettes, il tulle, il macramè. Questo gioco sui vestiti è un gioco sulla moda. Ma anche sull’essere. Sul comunicare. Nelle meravigliose foto di Helmut Newton si vedono a confronto i corpi nudi e vestiti. I primi molto più armonici dei secondi. In questa complessità leggera del vestirsi, Allebasi si fa una domanda semplice – ma fondamentale – qual è la tenuta per una seduta di laurea?
Quale per il-la docente, quale per studenti e studentesse?
Di sedute ne abbiamo viste molte, negli anni ‘90 erano le spalline di Grace Jones appunto, oggi sono i tacchi vertiginosi e i completi di Zara. O certi pantaloni stretti stretti a zompafosso sulla caviglia nuda. Sotto le giacche, il furore. Nelle università straniere: tutti in toga, i giudicati e le giudicate, e la giuria. Ecco. Io sarei per la toga, con quasi anche il tocco. Semplifica la risposta. Perché non c’è un modo giusto di vestirsi in fondo. Ci può essere e c’è un’omologazione, e allora tanto vale la toga. Almeno nessuno è distratto dal vestito e ci si può concentrare sul sapere. Anche sul racconto del sapere, che poi è sempre sapere.
Qualcuno potrebbe dire che anche il vestito è sapere, ma allora ci si incarta (questo è da tradurre dal romanesco).
Cosa c’entra questo con la scienza? C’è un vestire della scienza? Certamente c’è. La moda della scienza non è solo nel tema della ricerca, nella tecnologia del momento, ma anche sulla sua presentazione. La grande rivista Cell sceglie colori tenui ma colti, molto diversi da quelli del magazine Science, che vuole raggiungere la politica e l’economia, e diversi ancora da Embo Journal o Current Biology che fanno l’occhiolino alla natura, ma con uno stile non solo inglese, meno asciutto di quello della rivista Nature. Eccetera eccetera.
di #allebasi
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