Scoperti i resti di un sacrificio umano a Mozia

Scoperti i resti di un sacrificio umano a Mozia

Il rinvenimento durante una missione archeologica di Sapienza nell’antica città fenicia

Un bacino e cinque denti da latte, resti di un sacrificio umano destinato a scongiurare la conquista di Mozia da parte dell’esercito siracusano nel 400 a.C.: questa la recente scoperta fatta nell’antica città fenicia dagli archeologi di Sapienza, impegnati negli scavi di una missione che dura da più di cinquant’anni. Il ritrovamento, raccontano gli scienziati, è avvenuto sulle sponde orientali di un bacino artificiale chiamato Kothon, dal quale è stata portata alla luce un’ampia area sacra. Lungo la recinzione del santuario, conosciuta come Temenos circolare, sono affiorati diversi depositi votivi, tra cui ossa di grandi mammiferi, forse di bovini ma più probabilmente di cavalli, animali sacri al dio Baal adorato nel tempio sito in quest’area.

In un altro punto del Temenos è stata ritrovata un’ancora incastonata nel muro, risalente al II millennio a.C., testimonianza di uno stanziamento di naviganti sull’isola antecedente all’arrivo dei Fenici. Ma ci sono altri elementi che hanno stupito gli archeologi di Sapienza: quando l’esercito siracusano era alle porte di Mozia, i suoi abitanti decisero di effettuare dei sacrifici umani e delle offerte votive, che venivano contrassegnate da grandi sassi. Uno di questi ricopriva le ossa del bacino di una giovane donna di non più di 14 anni e cinque denti da latte, probabilmente un sacrificio che i moziesi offrirono al dio Baal per chiedere la protezione della città dai siracusani.

Gli scavi hanno permesso il ritrovamento anche di altre ossa nell’area del Temenos circolare, tra cui altri denti e mandibole umane, resti di ulteriori sacrifici forse avvenuti nello stesso periodo. Ancora una volta, la missione archeologica di Sapienza a Mozia si conferma uno dei più grandi punti di riferimento negli studi sul Mediterraneo antico.