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La visione di Marc Abrahams e Chris McManus
intervista a Marc Abrahams e Chris McManus
di Jacopo Dionisi, Alex Mattiussi e Angelica Mosconi
foto di Carmine Nicoletti
La visione di Marc Abrahams, ideatore dei premi Ig Nobel, e Chris McManus, vincitore del premio nel 2002 in occasione del Festival delle Scienze
Partiamo con una domanda facile. Che cos’è la verità scientifica per Mark Abrahams e Chris McManus? Cosa significa il termine “verità” nella scienza?
Abrahams: È una domanda difficile, altroché! Verità scientifica significa non tirare semplicemente a indovinare. O, meglio, significa che se vuoi capire qualcosa devi partire da un’idea, un’intuizione, un’ipotesi e poi fare tutto ciò che è in tuo potere per verificare se la tua convinzione è giusta o sbagliata.
McManus: Io vorrei aggiungere che la verità nella scienza significa errore. Quando mettiamo alla prova una teoria e non funziona riconosciamo l’errore e cambiamo la teoria nel tentativo di farla combaciare con la nostra esperienza della realtà.
E questo modo di fare vale anche al di fuori della scienza? Come si conciliano, ad esempio, politica e scienza?
McManus: La politica fa l’opposto. Mi capita di vedere alcuni politici che nonostante conoscano la verità, in determinate situazioni decidono di non cambiare idea, di difendere la propria posizione a spada tratta, anche quando è lampante che le cose così come sono non funzionano. Gli scienziati invece cambiano continuamente ciò che fanno in base alle evidenze, come affermò il filosofo Carl Popper molti anni fa.
Abrahams: Sono d’accordo con Chris. Parlare di “leggi” in ambito scientifico o in ambito legale non è la stessa cosa. Quando definisci una legge in ambito scientifico per spiegare una qualsiasi cosa, ma osservando la realtà ti accorgi che la legge non corrisponde al vero, allora cambi la legge. Perché la realtà è l’unica cosa che conta. Nel sistema legale o in ambito politico accade l’esatto contrario. Se una legge è in conflitto con la realtà, cerchi di trasformare la realtà affinché la tua legge venga rispettata.
“Quando mettiamo alla prova una teoria e non funziona riconosciamo l’errore e cambiamo la teoria nel tentativo di farla combaciare con la nostra esperienza della realtà”
E in relazione a questa contrapposizione, qual è il contesto in cui si fa scienza? Molti scienziati e ricercatori sono convinti che il contesto abbia un impatto importante sulla qualità della ricerca.
McManus: Io ho studiato per fare il dottore, questo mi ha aiutato a capire come il contesto sia sempre importante. La malattia con cui si presenta un paziente varia in base al contesto. È proprio basandoci sul contesto del paziente che proviamo a riconoscere delle somiglianze profonde, che ci consentono di comprendere la malattia. Fare ricerca in ambito patologico è difficile perché non hai modo di confrontare tutti i pazienti del mondo. Per questo è necessario individuare alcuni principi e poi generalizzare partendo da questi. Ma così facendo ci accorgiamo che in alcuni pazienti la stessa malattia si comporta diversamente o che un determinato trattamento non funziona, ma un altro magari sì. Fare ricerca in ambito medico, specie con le malattie più complicate, richiede una grande quantità di denaro. Perché hai bisogno di studiare decine di migliaia di casi in un lungo periodo di tempo. Se confrontato alla ricerca medica, molte altre ricerche di base risultano essere molto più accessibili da un punto di vista economico. Spesso è sufficiente osservare e ascoltare. Molte ricerche iniziano così, anche in campo medico. Altre volte, come nel caso dei progetti legati al genoma umano, hai bisogno di ingenti fondi per fare qualcosa di valore o che generi valore.
Abrahams: È vero che buona parte della ricerca scientifica costa molto denaro, ma rimane comunque conveniente! Perché se non fai ricerca, la gente continuerà inavvertitamente a comportarsi in maniera sbagliata, provocando disastri a cui risulta molto costoso porre rimedio. Per questo motivo, tutto il denaro speso in ricerca scientifica è denaro ben speso. Ovviamente questo non significa investire denaro in maniera indiscriminata. Gli investimenti devono sempre essere ponderati, come qualsiasi altro progetto. Ma con ogni probabilità è la cosa più economicamente vantaggiosa che l’umanità abbia mai inventato.
“Fare ricerca in ambito medico, specie con le malattie più complicate, richiede una grande quantità di denaro. Perché hai bisogno di studiare decine di migliaia di casi in un lungo periodo di tempo. Se confrontato alla ricerca medica, molte altre ricerche di base risultano essere molto più accessibili da un punto di vista economico”
McManus: L’ignoranza è molto economica. Gli errori invece sono molto costosi, e possono essere evitati soltanto con la conoscenza. Ma la conoscenza ha un costo.
Abrahams: E sfortunatamente l’ignoranza può anche essere molto divertente per un breve periodo.
E in tutto questo che ruolo giocano gli Ig Nobel? In che modo varia il contesto in cui viene fatta ricerca?
Abrahams: Gli Ig Nobel vanno in molte direzioni diverse. Di sicuro possono aiutare a capire quanto sia fuorviante il modo in cui la scienza viene oggi insegnata in tutto il mondo. Le criticità sono tante. A tutti noi viene impressa la storia della scienza, dove una persona, una mente brillante scopre qualcosa e istantaneamente tutti ne riconoscono il valore e ne celebrano la scoperta. Questo non accade praticamente mai. Al contrario, solitamente quando viene fatta una scoperta e l’autore ne condivide i risultati, la prima reazione è di disinteresse o di rifiuto. E il bello è che questa dinamica risulta molto più interessante e ha anche un valore maggiore, perché incuriosisce le persone.
“Gli Ig Nobel vanno in molte direzioni diverse. Di sicuro possono aiutare a capire quanto sia fuorviante il modo in cui la scienza viene oggi insegnata in tutto il mondo”
Se invece si passa l’idea che la ricerca e le scoperte sono fatte soltanto da geni, mentre gli altri accettano tutto senza farsi domande, non fa altro che allontanare la gente dalla riflessione e favorire figure politiche come Mussolini o Trump. Non deve essere così.
“A noi tutti viene impressa la storia della scienza, dove una persona, una mente brillante scopre qualcosa e istantaneamente tutti ne riconoscono il valore e ne celebrano la scoperta. Questo non accade praticamente mai”
Quanto è importante invece la domanda a cui si cerca di dare risposta con il proprio lavoro?
Abrahams: Può essere importante. Ma è la ricerca stessa che ti permette di stabilire se lo è o meno. Non bisogna essere ossessionati dalla ricerca della risposta.
McManus: Gran parte dell’educazione scientifica si interessa soltanto di fatti e nient’altro. Bisogna invece chiedersi il perché delle cose. Perché certe cose succedono? Non importa cosa. Importa come funziona. Importa come potrebbe essere.
Qual è il vostro consiglio ai giovani scienziat*, se ne avete uno?
Abrahams e McManus: Non accettate le imposizioni dalle altre persone.
“Bisogna invece chiedersi il perché delle cose. Perché certe cose succedono? Non importa cosa. Importa come funziona. Importa come potrebbe essere”
Marc Abrahams matematico e fondatore del Ig Prize Ceremony
Chris McManus Professore emerito di psicologia e formazione medica, University College di Londra.
Jacopo Dionisi, Alex Mattiussi e Angelica Mosconi sono student* del Master La Scienza nella Pratica Giornalistica, Sapienza, https://web.uniroma1.it/mastersgp/
Per saperne di più:
Marc Abrahams nel 1991 ha fondato la Ig Nobel Prize Ceremony, è autore di libri, tra cui This Is Improbable, The Ig Nobel Prizes; curatore e autore del sito web e del blog www.improbable.com e della newsletter mensile mini-AIR; co-fondatore e redattore della rivista Annals of Improbable Research (AIR). Ha creato e conduce il podcast Improbable Research in collaborazione con CBS Radio ed è stato direttore della rivista “Journal of Irreproducible Results”.
Chris McManus è Professore emerito di psicologia e formazione medica all’University College di Londra. Da tempo nutre un interesse per le arti visive e l’asimmetria, ricercando le differenze tra destra e sinistra nei ritratti, nella destrezza, nel funzionamento del cervello e anche nell’asimmetria scrotale; la sua ricerca su quest’ultima ha vinto un Ignobel Prize nel 2002. Il suo libro del 2002 Right Hand Left Hand: The origins of asymmetry in minds, brains, atoms and cultures ha vinto il Royal Society Book Prize 2003 per la divulgazione scientifica.
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