Rivoluzione tecnologica: quale sarà il prossimo passo?
Siamo pronti ad affrontare una nuova rivoluzione tecnologica? Su questo tema si sono interrogati un gruppo di esperti durante la manifestazione «Frontiers in the Quantum World»
«I grandi progressi condividono la caratteristica di non essere stati predetti e sono avvenuti in aree dove neanche si attendevano». Lo ha detto il fisico Wolfgang Ketterle, il 10 marzo 2014 ad Arcetri, di fronte a fisici e professori provenienti da tutto il mondo che si sono riuniti per parlare non solo di fisica quantistica, ma anche per confrontarsi sulle prospettive future delle nuove tecnologie.
Premio Nobel per la fisica nel 2001, per la realizzazione della condensazione di Bose – Einstein e per i primi studi sulle proprietà dei condensati, Ketterle è convinto che a breve potremo assistere a grandi rivoluzioni tecnologiche, come quelle sognate da scrittori come Jules Verne o H.G.Wells.
Ne sono un esempio i computer quantistici. Gli studiosi sono convinti che tra meno di dieci anni con i primi esemplari l’elaborazione dei dati non sarà solo un semplice elenco di informazioni, ma, sfruttando i principi base della meccanica quantistica, diventerà una vera e propria rappresentazione dei dati stessi.
Pensiamo all’impatto che queste nuove tecnologie potranno avere nella vita di tutti i giorni, da come cambierà la capacità di produrre nuovi servizi all’automatizzazione del lavoro, in un mondo dove miliardi di persone saranno connesse alla rete internet.
Si intravede la possibilità di portare nella vita reale quella tecnologia che nel secolo scorso era appannaggio della scienza pura, con una ripercussione non solo culturale ma anche economica. Iniziano a esserci i primi prototipi di strumenti e di veicoli che un domani potrebbero lavorare e muoversi guidati soltanto dal pensiero.
Un rovescio della medaglia di questo mondo futuribile? Lo hanno trovato gli economisti, secondo i quali l’incremento dell’economia non significa incremento del lavoro. Con l’avvento di nuove tecnologie molte professioni sono a rischio, e bisognerà “reinventarci”. Come in ogni rivoluzione tecnologica ci sarà bisogno di una fase “distruttiva” e di una fase di “adattamento”, in cui sarà necessario riconvertire mestieri e strumentazioni.
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