Roma città di scienza
In occasione della 17° edizione del Festival della Scienze di Roma – 21, 27 novembre presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma – si è tenuto l’incontro “La Scienza a Roma” moderato da Vittorio Bo direttore del Festival. Nella prima parte dell’evento è stata presentata la candidatura a EXPO 2030 di Roma e nella seconda parte è stato presentato il progetto di realizzazione del Museo della Scienza di Roma.
di Sofia Gaudioso e Mattia La Torre
Persone e territori: rigenerazione urbana, inclusione e innovazione. Questo è il tema proposto per l’EXPO 2030 a Roma. “L’EXPO oggi è diventato un importante luogo di dibattito planetario sui grandi temi che interessano l’umanità” dice Matteo Gatto, il direttore tecnico del comitato EXPO 2030. “Sono molto orgoglioso – continua Gatto – del tema che abbiamo scelto per l’esposizione. Perché le persone e i territori sono elementi chiave del nostro futuro, del nostro presente ma anche del nostro passato”. Il tema propone di delineare un nuovo modello di città e più in generale di insediamento, inclusivo, sostenibile e interconnesso ma soprattutto condiviso da tutti i partecipanti. Infatti, è previsto un vero e proprio dialogo sulla storia la cultura e le tradizioni dei paesi partecipanti e un dibattito sulle problematiche, tra cui l’inclusione sociale la povertà e l’inquinamento.
“Le sfide – dice Gatto – sono tante e per questo serve un approccio scientifico”. La scienza è il centro del progetto EXPO 2030 e questo legame è simbolicamente rappresentato dall’area scelta per ospitare i padiglioni ovvero quella di Tor Vergata. “Un territorio vicino a grandi aziende, industrie e centri di ricerca italiani, tra cui il grande complesso della cosiddetta Tiburtina Valley dove ci sono noti gruppi industriali da Leonardo a Telespazio, da Avio a e-GEOS, passando per Thales e Alenia Italia” afferma Cecilia Piccioni Vice Capo di Gabinetto Maeci (Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale). “L’idea – continua Piccioni – è quella di mettere insieme la bellezza, la tradizione e la cultura con la capacità di fare ricerca e di condividere”.
Proprio per raggiungere l’obiettivo di condivisione di soluzioni per affrontare le problematiche globali il progetto EXPO Roma 2030 consentirà a tutti i paesi partecipanti di mantenere i propri padiglioni anche a fine esposizione universale. “Una soluzione – afferma Piccioni – mai sperimentata prima che offrirà ai paesi più disparati la possibilità di avere una vetrina permanente in una città come Roma capitale di un paese G7 e uno dei fondatori dell’Unione Europea”. L’area scelta per l’EXPO 2030 diventerà così un hub scientifico tecnologico legato a Tor Vergata all’Università. “Vogliamo creare – conclude Gatto – un grande campus internazionale in cui tutti i Paesi possono avere una sorta di centro di ricerca in cui fare scambio con studenti e professori”.
La seconda parte dell’evento ha riguardato la realizzazione del Museo della Scienza di Roma che sorgerà negli spazi dell’ex caserma di via Guido Reni. Verrà inaugurato nel 2027 in uno spazio di 14-27 mila metri quadrati nel quartiere Flaminio di Roma. Un territorio dove è presente lo sport con lo stadio, la musica con l’auditorium e l’arte contemporanea con il MAXXI. “In questo modo rappresentiamo simbolicamente che la scienza è parte della cultura del paese e della città di Roma” dice Giorgio Manzi membro del comitato per la realizzazione del museo .
Il progetto è portato avanti da un comitato di altissimo livello diretto da Giorgio Parisi ex presidente dell’Accademia dei Lincei e di cui fanno parte la Rettrice della Sapienza Antonella Polimeni, il Prorettore vicario, la Presidente del Cnr Maria Chiara Carrozza, una rappresentanza dell’Associazione Nazionale Musei Scientifici e il Presidente dell’Accademia dei Lincei Roberto Antonelli. “È un progetto ambizioso che Roma aspetta da tantissimi anni e che avrà un ruolo importantissimo nella diffusione della cultura scientifica e che permetterà alla città di Roma di riconnettersi con il mondo” afferma Maurizio Veloccia assessore all’Urbanistica del Comune di Roma.
“Uno dei temi da affrontare – continua Veloccia – è come rendere il patrimonio di Roma fruibile e conoscibile e soprattutto come attirare i più giovani al mondo della scienza”. Il Museo sarà dedicato proprio alla ricerca e alla divulgazione scientifica con l’obiettivo di diffondere la cultura scientifica alla cittadinanza nazionale e internazionale. “La sfida è trasmettere l’entusiasmo della scienza” legge Manzi dal documento allegato al bando architettonico del museo. Il comitato ha chiamato il museo “forum delle scienze e del pensiero scientifico” questo perché rappresenterà il centro di tutte le realtà museali presenti sul territorio laziale e romano e il centro di tutte le discipline scientifiche. “Il museo – dice Manzi – assume il ruolo di vetrina di esposizione e di narrazione delle scienze”.
La sfida principale del comitato è quella di raccontare e far capire alla cittadinanza che cos’è la scienza e come funziona il metodo scientifico attraverso questo nuovo museo scientifico di Roma. “Abbiamo l’ambizione di creare un museo nazionale ma anche internazionale. Noi vogliamo fare il più bel museo della scienza che ci sia al mondo” conclude Giorgio Manzi.
Sofia Gaudioso, biologa e studentessa del Master La Scienza nella Pratica Giornalistica
Mattia La Torre, biologa del Dipartimento di Biologia e Biotecnologie “Charles Darwin”
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