Saperi integrati
Si può cambiare il modello della didattica universitaria? Saperi integrati per sapersi integrare con l’innovativo percorso didattico intrapreso dalla Scuola Superiore di Studi Avanzati Sapienza (SSAS) nelle parole di Antonio Musarò e Mattia Crespi.
Una società complessa come quella attuale necessita di strumenti di interpretazione e comprensione adeguati. A fornire questi strumenti è l’istruzione scolastica e universitaria, percorso fondamentale per la nostra formazione personale e civica. Più i saperi sono integrati e comunicanti fra loro, capaci di aprirci alla complessità, superando così l’idea di un’istruzione classica fatta di nozioni a favore di una didattica integrata e partecipativa, più saremo in grado di formare cittadini. E’ questa l’idea portata avanti dalla Scuola Superiore di Studi Avanzati Sapienza (SSAS) – che integra Scienze giuridiche, politiche, economiche e sociali, Scienze della vita, Scienze e tecnologie, Studi umanistici – di cui ci parlano Antonio Musarò e Mattia Crespi.
Nelson Mandela diceva: “L’istruzione è la porta di ingresso alla libertà, alla democrazia e allo sviluppo”. Il concetto di “istruzione” presuppone tuttavia un percorso fisico e psichico complesso che spesso viene evitato in quanto faticoso e noioso. Lo esplicitava molto bene Antonio Gramsci, il quale sosteneva che “occorre persuadere molta gente che anche lo studio è un mestiere, e molto faticoso, con un suo speciale tirocinio, oltre che intellettuale, anche muscolare-nervoso: è un processo di adattamento, è un abito acquisito con lo sforzo, la noia e anche la sofferenza.” Questo comporta che il contesto scolastico prima e universitario poi fornisca e implementi gli interruttori motivazionali e favorisca un’articolata organizzazione delle conoscenze, nella prospettiva di un sapere integrato. Un compito, questo, che negli ultimi anni, e soprattutto nel periodo della pandemia da SARS-Cov-2, è stato molto più arduo del solito. L’università, e più in generale la scuola, è infatti un ambito culturale e relazionale complesso nel quale entrano in gioco diverse dinamiche: il rapporto con il gruppo dei pari, la relazione con i docenti ed i vissuti personali; tutti elementi che concorrono anche al successo e alla riuscita degli studi e che la pandemia ha forzatamente limitato. Di conseguenza, l’adattamento al contesto universitario non può avvenire mediante un percorso semplice e lineare ma implica un complesso impegno evolutivo, fondamentale per la costruzione di conoscenze e competenze sempre più complesse e auspicabilmente transdisciplinari. L’università dovrebbe quindi promuovere la centralità dei saperi integrati come strumento non solo di acquisizione di specifiche competenze professionali, ma fornire anche le chiavi per apprendere ad apprendere, per andare oltre il semplice e più confortevole, ma limitante, nozionismo o parcellizzazione della cultura. Un problema questo che porta spesso docenti e discenti ad una limitata “intraprendenza culturale” con conseguente disinteresse dello studente verso ciò che dovrebbe essere visto come opportunità, valore, crescita personale. Nella scuola primaria, e anche se con sfumature diverse nella scuola secondaria di primo e secondo grado, si applica in generale un metodo di insegnamento gerarchico, in cui l’attività del docente è spesso dominante, mentre lo studente rimane un ricevitore passivo, con conseguente disinteresse dello stesso verso tutto ciò che è conoscenza. Si predilige spesso una didattica nozionistica dove ogni docente coltiva il “proprio orticello” senza lo sforzo di interconnettere discipline che spesso si ha interesse a tenere separate, irrelate, caleidoscopiche, riparate dall’atteggiamento critico. In questo contesto, si penalizza quella contaminazione dei saperi che dovrebbe facilitare la crescita culturale, sociale e civica dello studente come cittadino. Un disagio, questo, che spesso lo si porta, come un bagaglio negativo di esperienze, anche durante il periodo universitario. In questo scenario, l’esperienza di realtà come la Scuola Superiore di Studi Avanzati Sapienza offre alle allieve e allievi un percorso culturale e accademico transdisciplinare al fine di facilitare un’esperienza che abbia un valore formativo, educativo e comunicativo nella prospettiva di un sapere integrato. In particolare, la Scuola Superiore di Studi Avanzati promuove l’eccellenza nella formazione e nella ricerca, con la piena e consapevole collaborazione di allieve e allievi motivati e impegnati in un programma accademico innovativo e competitivo, volto a stimolare lo spirito critico e la propensione ad affrontare la complessità del sapere e della società. Questa visione nasce dalla consapevolezza che una società complessa, per essere capita in tutte le sue “rugosità”, per citare una metafora della filosofa Simone Weil, necessita di saperi complessi e non parcellizzati. In questo contesto, la Scuola Superiore di Studi Avanzati Sapienza favorisce, attraverso i suoi corsi disciplinari, ed in particolare con il corso interdisciplinare, un continuo scambio di competenze, esperienze e interessi diversi, che alimentano uno scambio intellettualmente proficuo tra percorsi formativi su quattro Classi Accademiche: Scienze giuridiche, politiche, economiche e sociali, Scienze della vita, Scienze e tecnologie, Studi umanistici. Nasce così un percorso didattico innovativo che intreccia tra loro saperi specialistici con l’obiettivo di favorire l’integrazione dei saperi e formare giovani professionisti che sappiano comprendere e comunicare la complessità del “reale” e gestire, attraverso la psicoeconomia, la neuro-politica, la scienza che regola i rapporti tra tecnologia e diritto e tra umanesimo e biotecnologie, la complessità di una società in continua evoluzione.
Antonio Musarò, Biologo presso il Dipartimento di Scienze Anatomiche Istologiche Medico Legali e dell’Apparato Locomotore di Sapienza Università di Roma
Mattia Crespi, Ingegnere civile presso il Dipartimento di Ingegneria Civile Edile e Ambientale di Sapienza Università di Roma
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