scienza e bene pubblico
Scienza e bene pubblico: cittadinanza, conoscenza, democrazia è il piccolo ma denso volume pubblicato da Fabrizio Rufo per Donzelli Editore. Docente di bioetica e dell’etica dell’ambiente e della sostenibilità, Rufo riunisce qui spunti integrati e approfonditi provenienti da una serie di scritti pubblicati negli ultimi tre anni. Il risultato sono quattro capitoli legati da un unico fil rouge: le discussioni sul rapporto tra scienza e democrazia.
il progresso scientifico è un valore fondamentale che va costantemente nutrito di cultura democratica
Del rapporto tra scienza e democrazia si è tornato a riflettere sistematicamente solo negli ultimi anni. Per Rufo, infatti, “nel dibattito pubblico mancano prospettive teoriche di riferimento in base alle quali comprendere e discutere tale relazione”.
È questo l’elemento chiave dell’intero volume: l’esistenza di una relazione tra conoscenza scientifica e decisione politica, troppo spesso concepiti come ambiti distinti e separati. Non è così, e il volume di Rufo lo mostra chiaramente. La scienza è un fatto sociale importante: ogni giorno modifica profondamente il mondo in cui viviamo; ogni azione della nostra vita, dal lavoro all’alimentazione. Il progresso scientifico è dunque un valore fondamentale che va costantemente nutrito di cultura democratica. Un dialogo costante tra esperti, decisori politici e cittadini attraverso il quale attivare un circolo virtuoso che fa della conoscenza scientifica uno strumento efficace per il miglioramento sociale. Non è un’utopia, così come testimonia la storia.
In passato ci sono stati infatti alcuni momenti di felice incontro tra scienza, cittadinanza e discorso pubblico, come le lotte dell’ambientalismo italiano che porterà alla tesi One Health con le ricerche dei lavoratori di Porto Marghera; la Seveso di Laura Conti; le battaglie nucleari del post-Chernobyl, e le relative prese di posizione femministe. Storie di cui Rufo dà conto nel secondo capitolo del volume dedicato a Giovanni Berlinguer e alla sua missione di fare della politica un’etica sociale, anche e soprattutto occupandosi di salute pubblica e questioni bioetiche.
la conoscenza, quando condivisa e partecipata, può agire concretamente come motore democratico aumentando la consapevolezza dei cittadini e la loro capacità di resistenza e resilienza
“In una società avanzata” scrive Rufo “la conoscenza deve essere compresa come bene pubblico. Ciò comporta, in primo luogo, chiarire in che modo i processi di produzione della conoscenza e della conoscenza scientifica e i processi di decisione politica si costituiscano reciprocamente”.
Processi di produzione che non potranno realizzarsi se non sotto il segno della condivisione e della partecipazione. Proprio alla luce di una conoscenza condivisa e partecipata va letto il progetto di costruzione di un Museo della Scienza di Roma, punto di convergenza tra sapere scientifico e memoria collettiva della città, a cui Rufo e il Premio Nobel Giorgio Parisi stanno lavorando così come viene raccontato nell’ultimo capitolo del volume.
“Il sapere” scriveva John Dewey “non è al di fuori dell’attività sociale ma esso stesso è una forma di comportamento sociale”.
La conoscenza, quando condivisa e partecipata, può agire concretamente come motore democratico aumentando la consapevolezza dei cittadini e la loro capacità di resistenza e resilienza. Uno strumento prezioso per affrontare le grandi questioni etiche e non che ci riguardano da vicino.
Alessia Fallocco, studentessa del master “la scienza nella pratica giornalistica” presso il dipartimento di biologia e biotecnologie “Charles Darwin” della Sapienza università di Roma https://web.uniroma1.it/mastersgp/
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