scienziata o senatrice

scienziata o senatrice

Elena Fattori, senatrice della Repubblica italiana nella XVII e XVIII legislatura, si è laureata in scienze biologiche alla Sapienza università di Roma per poi conseguire il dottorato di ricerca in biologia molecolare presso l’università di Irchel di Zurigo. Fra il 2020 e il 2022 riveste il ruolo di segretario della 9° Commissione Agricoltura e produzione agroalimentare. Attraverso un articolo pubblicato sull’Huffington Post in occasione delle elezioni politiche del 2022, Come le donne sono state candidate (da tutti i partiti) per non essere elette, ha contribuito ad aprire un varco in quel “tetto di cristallo” che mina profondamente la vita e la carriera di molte donne. Ne abbiamo parlato con lei.

La politica è misogina perché è basata sulla modalità di contrapposizione violenta di stile maschile

Nel suo articolo“Come le donne sono state candidate (da tutti i partiti) per non essere elette” mostra, attraverso i dati di Youtrend, che le donne candidate in politica fanno numero, portano voti, ma alla fine non vengono elette. Ce ne può parlare?

Quella che feci per l’Huffington Post era un’analisi scientifica. Ho studiato i dati e sono andata a vedere i sondaggi per capire come davvero funzionasse il nostro sistema elettorale. Sicuramente c’è un’alternanza di genere, ma ci sono anche seggi dove è più probabile essere eletti. Se una donna, per esempio candidata su tre seggi, è capolista in uno dei seggi in cui è più probabile essere eletti, è chiaro che entrerà in uno, ma negli altri due entrerà un uomo. Quindi non c’è una vera alternanza e i numeri confermano che effettivamente in Parlamento le donne sono sempre meno degli uomini. Credo che la politica sia molto misogina, sia a destra che a sinistra. Ho approfondito in varie sedi scientifiche e filosofiche questo tema e sono arrivata alla conclusione che nella dimensione politica vengono replicate modalità di contrapposizione violenta di matrice maschile. Se vuoi partecipare a un dibattito politico devi prepararti alla “rissa”. Questo è un problema serio, perché se la politica usa contrapposizioni violente, in un momento in cui, secondo me, serve la collaborazione per una soluzione globale e per cambiare i paradigmi, esiste un problema di democrazia.

e vi, donne, fatevi sentire!

È un fenomeno solo nazionale?

Penso sia un fenomeno globale e che riguarda tutte le formazioni politiche. Nel governo Draghi, ad esempio, erano quasi tutti uomini. Persino nel Comitato Tecnico Scientifico non erano presenti donne e facemmo una battaglia per questo. Se si va nei laboratori o negli ospedali le donne ci sono, perché dunque dovrebbero essere assenti quando c’è da interfacciarsi con la politica? In quel caso a essere menzionati sono gli uomini. Sembra quasi di avere a che fare con un “effetto branco”: dove generalmente ci sono più uomini alla fine si selezionano più uomini.

Cosa si può fare per cambiare il paradigma?

Capisco che le quote rosa possono essere un po’ antipatiche, ma senza di quelle forse non avremmo donne in Parlamento. Avere una legge elettorale che impone una certa presenza femminile alla fine porta ad averne un po’. Chiaramente è solo un punto di partenza.  

C’è una figura femminile che l’ha ispirata particolarmente, sia da scienziata che da politica?

Mi laureai qui alla Sapienza e lavorai con la docente emerita in biochimica Donatella Barra. È sempre stata nel mio cuore. Era una brava scienziata, sapeva unire i gruppi.

In politica direi invece Leonilde Iotti. Ci sono state tante donne, tante belle persone. Adesso, francamente, in queste due legislature, non vedo grandi personaggi, sia uomini che donne. Vedo, rispetto al passato, una classe politica difficile da prendere come modello.

serve sicurezza di sé e la consapevolezza che noi non siamo inferiori

A una donna che vorrebbe intraprendere la carriera politica, in questo momento, che consiglio darebbe? 

Crederci e non lasciarsi abbattere, anche se purtroppo la violenza a cui una donna viene sottoposta nel quotidiano e sui social è immensa, soprattutto quando ricopre una carica pubblica. La critica politica nei confronti delle donne è sempre un po’ misogina, oserei dire “sciocca”, come se, in quanto donna, non puoi che valere meno di un uomo. Se sei un uomo, invece, la critica politica passa in rassegna un elenco di difetti personali che spesso, purtroppo, chiama di nuovo in causa le donne. Basti guardare le vignette satiriche contro il Ministro Lollobrigida comparse su Il Fatto Quotidiano, insinuanti il possibile adulterio della moglie. Mi chiedo: è davvero necessario colpire la moglie di qualcuno per criticarne le sciocchezze politiche?  

se la politica usa contrapposizioni violente in un momento in cui serve la collaborazione per una soluzione globale e per cambiare i paradigmi è un problema di democrazia

Che suggerimento darebbe invece a una giovane donna intenzionata a muovere i suoi primi passi nel mondo scientifico?

La stessa cosa! Non farsi mettere all’angolo. Una donna potrebbe cedere perché pensa che il collega uomo sia migliore di lei. Non è scritto da nessuna parte. Serve sicurezza di sé e la consapevolezza del nostro valore. Non siamo da meno a nessuno. 

Elena Fattori, biologa e senatrice della Repubblica nella XVII e XVIII legislatura

Tiziano Alimandi, Alessia Fallocco, Emilio Giovenale, Alice Luceri, Camilla Sprega student* del master “la scienza nella pratica giornalistica” del dipartimento di biologia e biotecnologie “Charles Darwin” della Sapienza università di Roma
https://web.uniroma1.it/mastersgp/