Super-Terre da scoprire? Ci pensa Cheops
Il satellite Cheops centra un tiro da tre punti: durante l’osservazione di due esopianeti orbitanti intorno alla stella V2-lupi, è riuscito a osservare anche il terzo pianeta del sistema mentre transitava davanti alla stella
Di orbite intorno al sole ne abbiamo percorse molte da quando pensavamo di essere il centro dell’Universo, tanto che la notizia della scoperta di nuovi “mondi” ha perso gran parte del suo spirito romantico. Eppure, ogni tanto, complice la dea bendata, qualcosa accade e riaccende l’entusiasmo, come fosse una stella che diviene supernova. È quello che verosimilmente è accaduto al team di ricercatori guidato da Laetitia Delrez dell’Università di Liegi, in Belgio, e che vede coinvolti anche l’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) e l’Agenzia spaziale italiana (Asi): gli scienziati, studiando il transito di due pianeti orbitanti intorno alla stella V-lupi, non lontano da noi, si sono imbattuti nel transito di un terzo e ben più lontano esopianeta, riuscendo a raccogliere informazioni preziose e utili a classificarlo come una super-terra e tutto grazie alla straordinaria “vista” del satellite Cheops. Ma cos’è una super-terra ?
Facciamo un passo indietro. Come per il nostro Sistema solare, anche nel resto dell’universo i pianeti – o per essere più precisi gli esopianeti – non sono tutti uguali, ma differiscono per massa, composizione, atmosfera, distanza dalla loro stella e altre caratteristiche. Per facilitarne la classificazione, gli astronomi utilizzano i pianeti del Sistema solare come metro di paragone: ad esempio, un pianeta simile a Giove, ma molto vicino alla propria stella, sarà un “gioviano caldo”, mentre un pianeta roccioso con composizione simile alla Terra, ma di massa maggiore, verrà classificato come “super-terra”. Tornando alla stella V2-lupi e a Cheops nel suo ruolo di “cacciatore di esopianeti”, quello in cui i ricercatori si sono imbattuti è stato, a pieno titolo, un bel colpo di fortuna. Già nel 2019 era noto che vi fossero tre corpi planetari orbitanti intorno alla stella, denominati dagli astronomi come b,c,d, successivamente confermati anche dalle osservazioni del telescopio Tess della Nasa. Tuttavia, finora si sapeva ben poco di questi pianeti; e qui entra in gioco il team di Delzer, che ha deciso di indagarne le caratteristiche, nello specifico quelle dei pianeti b e c. Per poterlo fare gli scienziati si sono avvalsi della tecnica dei transiti, basata sull’analisi delle curve di luce di una stella in funzione del passaggio di un pianeta che eclissa parzialmente e temporaneamente la superficie stellare riducendone la luminosità. Dalla variazione delle curve e dagli spettri che si ricavano è possibile ottenere molteplici informazioni in termini di composizione delle atmosfere dei pianeti, il loro periodo di rotazione e rivoluzione, il loro raggio e la loro massa.
Quello che il team non si aspettava, però, è che durante l’osservazione anche il pianeta d, molto più distante degli altri due, transitasse davanti a V2-lupi offrendo loro la possibilità, più che ghiotta, di carpirne i misteri. Il pianeta d ha un diametro appena due volte e mezzo quello terrestre, è ricco di acqua (prevalentemente allo stato ghiacciato o gassoso), e ha una massa circa otto volte quella del nostro pianeta. In altre parole, si tratta di di una versione “lievitata” del “pallido puntino blu” che orbita alla periferia del Sistema solare e che noi chiamiamo casa. Una scoperta, quella del team, che potrebbe dare la stura a nuovi studi, sia in ambito astrobiologico che dei processi di formazione ed evoluzione planetaria.
Immagine in evidenza: Rappresentazione grafica del sistema planetario V2-lupi da Esa
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