Timothy Hunt: un Nobel in fuga
Travolto dalle polemiche in seguito a una dichiarazione pubblica ritenuta sessista, Timothy Hunt abbandonerà il Regno Unito per trasferirsi in Giappone
Sir Timothy andrà a vivere all’estero con la moglie, l’eminente immunologa Mary Collins. La scienziata sta lasciando lo University College di Londra (Ucl) per lavorare nei prossimi cinque anni in un’università giapponese. Il Nobel più discusso dell’anno viaggerà con lei sollevando qualche dubbio sul vero motivo della partenza.
Lo scorso giugno Tim Hunt ha infatti partecipato alla World Conference of Science Journalists a Seul, in Corea del Sud, e in quell’occasione si è lasciato sfuggire una dichiarazione di dubbio gusto: «Lasciatemi dire quali sono i miei problemi con le donne. Quando ci sono donne in laboratorio accadono tre cose: tu ti innamori di loro, loro si innamorano di te, e piangono quando le critichi». La sorte ha voluto che alla conferenza ci fosse Connie St Louis, nient’altro che la direttrice dello Science Journalism Program della City University a Londra. La giornalista non ha gradito affatto quanto ascoltato e ha così provveduto a pubblicare in un tweet le testuali parole del professore, commentando: «Davvero questo premio Nobel pensa che siamo ancora nell’epoca vittoriana?». Le reazioni non sono certo mancate, a iniziare dalle centinaia di condivisioni e commenti al tweet originale di Connie St Louis. Al di fuori del web, invece, il professore emerito David Colquhoun ha definito le affermazioni di Hunt «un disastro per il progresso delle donne».
Nobel scientist Tim Hunt FRS @royalsociety says at Korean women lunch “I’m a chauvinist and keep ‘girls’ single lab pic.twitter.com/Z9NhykaTPv
— Connie St Louis (@connie_stlouis) 8 Giugno 2015
Accusato di sessismo, il Nobel si è scusato in diretta radiofonica nel corso del programma BBC Radio 4’s Today. Sul sito del Guardian è possibile ascoltare l’intera registrazione, della quale viene anche riportato un estratto: «Sono rammaricato del fatto che una mia battuta ironica sia stata presa tanto sul serio e mi dispiace se qualcuno si è risentito. Non era mia intenzione offendere le donne». Quella che secondo l’autore sarebbe stata solo una battuta ha però indotto lo Ucl a dimissionarlo. Lo stesso Ucl ha comunicato al Telegraph che l’allontanamento di Timothy Hunt è il «doloroso e sfortunato epilogo» delle sue azzardate affermazioni. La scrittrice Shirley Conran ha incolpato il professore di non rendersi conto, nemmeno a giudicare dalle scuse, degli effetti che le sue parole possono avere sul futuro della scienza femminile.
Oggi sono trascorsi sei mesi dalla conferenza di Seul e, come riferisce il Times, Sir Timothy è tornato a lavorare per la Royal Society di Londra dopo che la stessa aveva preso pubblicamente le distanze dallo scienziato. Il Nobel e sua moglie sono comunque intenzionati a partire per il Giappone. A pensar male si fa peccato, eppure sono in molti a ritenere che il viaggio, almeno per quanto riguarda il signor Hunt, sia piuttosto una fuga. Il professore ha confermato di voler partire ma si rifiuta di dare spiegazioni, mentre Mary Collins ha rilasciato una dichiarazione sul Daily Mail dove riferisce che la decisione di partire «era stata decisa prima dell’incidente» di suo marito, quindi il viaggio sarebbe esclusivamente motivato dalla propria carriera di immunologa. Nel frattempo un amico della coppia, preferendo restare anonimo, ha lasciato al Telegraph un commento che aggiunge nuova linfa ai pettegolezzi: «è triste dirlo, ma il vero motivo della loro partenza è l’esaurimento».
Credits immagine: Masur (Own work) [GFDL or CC BY-SA 4.0-3.0-2.5-2.0-1.0], via Wikimedia Commons
La sua è una giusta precisazione. La notizia riguarda comunque la partenza di Timothy Hunt per il Giappone, pertanto ho spiegato solo come hanno avuto origine le polemiche per le quali il Nobel ha deciso di partire. Polemiche basate esclusivamente su un tweet, e questo lascia intendere molte cose. Inoltre nell’articolo non c’è nulla che faccia pensare a una fuga dettata dalla vergogna, o almeno lo spero perché non era affatto mia intenzione.
Mi auguro che lei continuerà a seguirci! Abbiamo bisogno di lettori così attenti e scrupolosi.