Trapianti di rene, attese più brevi grazie all’economia circolare
Un algoritmo, elaborato dal premio Nobel statunitense Alvin Eliot Roth, mette in rete donatori e pazienti compatibili accorciando i tempi di attesa e dando vita a uno straordinario incontro tra offerta e domanda
L’americano Alvin Eliot Roth nel 2012 è stato insignito (insieme con Lloyd Stowell) del Premio Nobel per l’economia. Lo scorso 20 marzo, lo scienziato ha illustrato davanti a un folto pubblico della Trinity University, uno dei più importanti atenei del Texas, le ricadute positive che le applicazioni delle sue ricerche, incentrate sulla teoria dei giochi e sull’economia sperimentale, hanno avuto su numerosi pazienti afflitti da gravi deficit renali e in attesa di trapianto.
Il Nobel, in particolare, ha sottolineato i risultati ottenuti, a partire dal 2004, grazie all’interazione tra il Top Trading Cycle (Ttc), un algoritmo utilizzato per l’acquisto di articoli indivisibili senza l’utilizzo di denaro, e il Top Trading Cycles and Chains (Ttcc), un procedimento di calcolo elaborato dallo stesso economista statunitense. Quello di Roth è un sistema allo stesso tempo semplice ed efficace, che favorisce uno scambio di solidarietà “incrociato” sfruttando la disponibilità di chi intende donare un rene a un paziente con cui è imparentato, ma non può farlo per incompatibilità legate al gruppo sanguigno o alla struttura dei tessuti.
In altre parole, se tra il donatore di una coppia e il paziente di un’altra coppia (e viceversa) è accertata una condizione di compatibilità, lo “scambio” permetterà di eseguire due trapianti; e così via, fino a consentire donazioni “multiple” alle quali potranno seguire altrettanti interventi. Roth non ha nascosto la sua soddisfazione. Se, infatti, la soluzione organizzativa che ha ideato non risolve certo il problema dell’indisponibilità di reni trapiantabili, consente senza dubbio di ridurre il numero di pazienti in lista di attesa ma, ancor più, di scongiurare il rischio di rigetto degli organi.
“Gli studenti”, ha concluso Roth, “dovrebbero capire l’ampiezza applicativa dell’economia e, di conseguenza, del nostro lavoro. Noi non studiamo solo i prezzi dei beni, ma anche le interazioni tra le persone. Tutto ciò che avviene in un contesto comune è potenzialmente oggetto della nostra attenzione. Per questo, gli economisti dovrebbero essere interessati a tutti i problemi della società e a ciò che non funziona come vorremmo”.
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