Un nuovo punto di vista sul clima, parola di Al Gore
Il satellite Deep Space Climate Observatory è in viaggio verso un’orbita speciale, dalla quale monitorerà tempeste solari e cambiamenti climatici
Ha cambiato nome, ma mai obiettivo. Si è chiamato Triana, come l’uomo che avvistò le Americhe dalla Pinta di Cristoforo Colombo. Poi GoreSat, perché è nato da un’iniziativa dell’ex-presidente USA e premio Nobel per la pace, Al Gore. Ma per gli scienziati è sempre Deep Space Climate Observatory (DSCOVR), ed è partito da Cape Canaveral l’11 febbraio 2015.
Dopo alcuni rinvii dovuti a problemi tecnici, il satellite del National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) è stato finalmente lanciato, e ora si trova circa a metà strada dal suo traguardo: il punto Lagrangiano L1, dove le forze gravitazionali della Terra e del Sole si equilibrano. Lungo la retta immaginaria che congiunge i due astri, questo punto si trova a una distanza di 1.6 milioni di chilometri dal nostro pianeta, e rappresenta una posizione vantaggiosa proprio grazie alla sua “gravità neutra”. Orbitando intorno al Sole insieme alla Terra e mantenendosi in L1, il satellite potrà infatti seguire una traiettoria più stabile e limitare le correzioni di rotta risparmiando combustibile.
DSCOVR dovrebbe raggiungere la sua destinazione durante giugno, tra circa cento giorni, e sono già molte le aspettative per questa missione. Il satellite farà parte di un sistema di allerta volto a proteggere le reti di comunicazione terrestri dalla minaccia dei venti solari: flussi di particelle e campi magnetici generati dal Sole, pericolosi per le infrastrutture elettriche. Permetterà inoltre di studiare il problema del riscaldamento globale grazie a un “semplice” bilancio energetico: grazie alle misure della radiazione assorbita ed emessa dalla Terra, che il satellite invierà quotidianamente, sarà infatti possibile calcolare l’energia che rimane intrappolata nell’atmosfera per effetto dei gas serra.
Infine, dal suo punto di vista privilegiato, DSCOVR potrà acquisire eccezionali immagini del nostro pianeta, con un emisfero completamente illuminato, come quell’unica storica fotografia scattata dall’Apollo 17.
DSCOVR è progetto caro ad Al Gore, che nel 1998 aveva «sfidato la NASA a costruire un satellite che ci mostrasse la crisi climatica da una nuova prospettiva». Il costante impegno dedicato al tema ambientale è valso all’ex-presidente USA il premio Nobel per la pace nel 2007 per «aver informato il mondo sui pericoli del cambiamento climatico», e, nello stesso anno, il premio Oscar per il documentario Una scomoda verità.
#DSCOVR! What an incredible sight to witness. pic.twitter.com/ym0LALmHHw
— Al Gore (@algore) 13 Febbraio 2015
Gore ha così commentato la notizia del lancio: «DSCOVR testimonia gli ideali che hanno spinto l’umanità nello spazio: ingenuità, forza di spirito e capacità di recupero. Ma darà all’umanità anche un nuovo punto da cui vedere i limiti e la vulnerabilità del pianeta Terra». Aspettiamo cento giorni, poi vedremo.
Credits copertina: Planetary Society
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