Vendesi organi contro la crisi. Il Nobel Gary Becker fa la proposta ed è scandalo
Gary Becker, Nobel per l’economia nel 1992, propone una manovra economica per risolvere il problema delle lunghe liste di attesa per i trapianti e attutire la crisi del sistema sanitario statunitense
In un articolo pubblicato il 18 gennaio 2014 sul «Wall Street Journal», l’economista premio Nobel nel 1992 Gary Becker e il suo collega argentino Julio J. Elias stilano un’analisi del sistema sanitario statunitense concentrandosi sulle liste d’attesa per il trapianto di organi (in particolare di reni). Portando alla luce la media attuale di attesa dei pazienti, Becker avanza una proposta che si scontra con la bioetica: legalizzare il mercato di organi per diminuire i tempi d’attesa.
L’assistenza sanitaria statunitense, regolamentata da assicurazioni private, ha costi molto alti per i trapianti. Con una media di attesa di circa 4-5 anni, la spesa complessiva per i trattamenti di mantenimento, come ad esempio la dialisi, arriva a 350 mila dollari, da sommare alle spese per il trapianto (sempre che si possa trovare un organo disponibile) che si aggirano intorno ai 150 mila dollari. «Non bastano i volontari, che firmano un consenso informato scegliendo di donare in vita o post mortem, e neanche il sistema di trapianti basato sul paired exchange (che prevede una donazione incrociata tra i parenti di due malati): la domanda supera di gran lunga l’offerta», scrivono i due economisti.
Quello della carenza di donatori rispetto ai richiedenti è un problema a livello mondiale e attualmente l’Iran è l’unico paese che permette la vendita di un organo da parte di un donatore vivente. I due economisti, invece, propongono un contratto in vita che riguardi la vendita degli organi solo dopo il decesso: il donatore avrà tre mesi per valutare consapevolmente la propria scelta e sarà assistito da un servizio di consulenza, supporto e orientamento. Il donatore potrà stipulare il contratto in età adulta, con una promessa di risarcimento ai familiari nel momento in cui gli organi saranno immessi nel mercato.
Gli economisti non sottovalutano le implicazioni etiche e neanche gli eventuali risvolti sociali: le donazioni volontarie potrebbero diminuire e l’incentivo economico potrebbe coinvolgere in maggior misura il ceto più povero. «Nel 2012 sono deceduti circa 4500 pazienti in attesa di trapianto negli Stati Uniti» sottolinea però uno dei padri fondatori del neoliberismo americano, invitando, così, a riflettere sulla concezione di moralità in un sistema sanitario come quello statunitense.
Le considerazioni di Becker ed Elias hanno sollevato aspre critiche da parte dell’opinione pubblica e della comunità scientifica, però non nascono dal nulla, basti pensare che attualmente negli Stati Uniti anche “l’affitto di un utero” è un contratto tra privati, monitorato da agenzie mediatrici, in cui una madre surrogata può percepire fino a 20 mila dollari.
Fa riflettere il fatto che a livello illegale questo fenomeno esiste già…buon articolo