Ventotene – più piccola l’isola più grande è la libreria
Andiamo alla scoperta delle librerie “scatenate” di Fabio Masi, libraio dell’anno nel 2022 (Premio “Luciano e Silvana Mauri”) che ci ha raccontato i segreti del suo mestiere. A Ventotene ha aperto la sua prima libreria e a Camogli, in Liguria, la seconda, chiamandole entrambe Ultima Spiaggia. Il loro successo lo ha spinto a dare vita, insieme a un gruppo di altri “folli e scatenati”, a due librerie nel centro storico di Genova, L’amico Ritrovato e L’amico Immaginario, una nel quartiere Monti di Roma in via Panisperna, e a rilevare la storica libreria Centofiori di Milano. Con Fabio Masi scopriamo anche il Festival letterario “Gita al Faro”, che si tiene ogni estate a Ventotene, nato dall’idea di Francesca Mancini, Laura Pesino e Vania Ribeca con Lidia Ravera e di cui Loredana Lipperini è direttrice artistica. Un festival che attraverso le parole degli scrittori partecipanti racconta l’isola da diversi punti di vista.
Nel 2022 è stato riconosciuto come libraio dell’anno vincendo il premio “Luciano e Silvana Mauri”, assegnato dall’omonima scuola per librai. Ce ne può parlare?
È stata una piacevole sorpresa perché non ho mai partecipato alla scuola per librai e quindi non mi aspettavo di vincere questo premio. Credo che questo riconoscimento sia dovuto al coraggio di aprire delle librerie in luoghi piccoli e di provincia. La prima libreria, infatti, l’ho aperta a Ventotene nel 2002. La seconda, invece, a Camogli in Liguria, un altro bellissimo borgo che era privo di librerie. Questi due luoghi sono legati alla mia storia. Io sono originario di Ventotene ma ho sposato una ligure, per cui mi divido tra Ventotene e la Liguria. Dopodiché, siccome gli esperimenti di queste due librerie sono stati particolarmente fortunati e hanno incontrato il successo di pubblico, ho aperto anche a Genova, Roma e Milano.
ci piace pensare che il futuro dei libri sarà migliore del presente
Le sue sono librerie “scatenate”. Che cosa intende?
Dopo l’esperimento fortunato di Ventotene e Camogli, insieme ad amici e colleghi, abbiamo aperto due librerie a Genova, prima una per adulti e poi una per bambini. Poi, su spinta di un amico libraio di Milano, abbiamo rilevato la Centofiori, storica libreria milanese. Per ultima, con Masud, un caro amico libraio di Roma nato e cresciuto in Iran, abbiamo aperto una libreria ex novo nel quartiere Monti di Roma, la Libreria Panisperna. Queste librerie rappresentano qualcosa di singolare e unico nel panorama italiano, perché sono tutte librerie indipendenti. Realtà unite ma allo stesso tempo diverse l’una dall’altra. Ci è così venuto in mente di definirle “librerie scatenate” perché siamo un gruppo di persone scatenate, folli e talmente innamorate dei libri e della cultura che abbiamo deciso di aprire delle librerie, sia in città come Roma, Milano e Genova, sia in borghi come Camogli e Ventotene, in un Paese in cui, come sappiamo, si legge poco.
Siamo un gruppo di persone scatenate, folli e talmente innamorate dei libri e della cultura che hanno deciso di aprire delle librerie in un paese che tendenzialmente non è molto portato alla lettura
In futuro prevedete altre aperture?
Non lo sappiamo neanche noi. Ogni volta diciamo che “questa sarà l’ultima libreria che apriamo” e ogni volta ci rimangiamo la parola dando vita a nuove realtà in giro per l’Italia. Quindi, chissà, magari ci saranno altre librerie “scatenate”. L’idea è quella di seguire la nostra passione, ma anche di coinvolgere sempre più lettori e non lettori, visto che poi i protagonisti di queste librerie spesso sono i bambini. Nutriamo tanta speranza per il futuro. Ci piace pensare che il futuro dei libri sarà migliore del presente.
Come mai il nome Ultima Spiaggia per le librerie di Ventotene e Camogli?
Nasce da un bellissimo albo illustrato dall’italiano Roberto Innocenti e scritto da un francese. Per me e mia moglie Alessia, una coppia di liguri, lei di nascita e io di adozione, aprire la nostra prima libreria a Ventotene, uno scoglio di appena tre chilometri distante diverse miglia marine da casa, poteva essere una specie di ultima spiaggia. Questo nome rappresenta quindi sia la nostra “follia” sia l’ultima spiaggia dove i bagnanti possono venire a ristorarsi e a prendere un sole diverso, quello dei libri. Allo stesso tempo, il nome è un richiamo a un libro bellissimo (NdR L’ultima spiaggia di Nevil Shute, romanzo fantascientifico pubblicato nel 1957). Poi, chi va per mare a volte decide di passare da Ventotene perché qui trova libri che difficilmente trova in città: è quindi anche in questo caso l’ultima spiaggia. È qualcosa che mi emoziona. Quando invece abbiamo aperto a Genova, abbiamo deciso di ispirarci al libro di Fred Uhlman L’amico ritrovato, perché eravamo un gruppo di amici e soci alla pari. Allo stesso tempo, però, “l’amico ritrovato” fa riferimento ai libri in sé, perché in quel quartiere del centro storico di Genova, prima di noi, non c’erano librerie. Abbiamo sempre cercato di trovare dei nomi che potessero avere dei significati legati ai libri e a quello che era il nostro percorso umano e professionale.
E invece le librerie di Roma e Milano?
A Milano abbiamo mantenuto il nome Centofiori perché era una libreria con una storia importante e ci sembrava rispettoso conservare questo suo elemento identitario. Per quanto riguarda la libreria di Roma, abbiamo voluto collocare nell’immaginario il luogo dove nasceva questa nuova libreria, Via Panisperna, senza quindi optare per particolari nomi di fantasia, chiamandola semplicemente Libreria Panisperna. Anche se poi Via Panisperna ha una storia talmente interessante che non può non evocare momenti significativi della storia e della cultura italiane.
Ci può raccontare la storia dietro la Libreria Panisperna aperta con Masud Kia?
Masud Kia è stato per cinque anni il mio libraio di riferimento a Roma, quando esisteva ancora la libreria Botteghe oscure. Lui, diciannovenne, aveva iniziato a lavorare lì, io, poco più giovane di lui, ero in cerca di un libraio di riferimento. Se sono diventato libraio in parte lo devo anche a questo incontro. Quando mi sono trasferito a Genova i cellulari non esistevano e ci siamo totalmente persi di vista. Ci siamo ritrovati casualmente a Ventotene, perdipiù nella mia libreria, dopo oltre trent’anni ed è lì che è nata l’idea di aprire assieme la libreria a Via Panisperna.
Gli scrittori ospiti del festival Gita al Faro compongono un racconto ambientato o ispirato dall’isola di Ventotene che leggono nella serata finale
Perché il festival letterario “Gita al Faro” è così speciale?
Il festival “Gita al Faro” nasce da un’idea di alcune frequentatrici dell’isola (NdR Francesca Mancini, Laura Pesino e Vania Ribeca con Lidia Ravera), donne che lavorano nel mondo dell’editoria e negli uffici stampa di diverse case editrici, le quali hanno pensato di fare qualcosa a Ventotene per Ventotene, in un contesto in cui non c’era nulla. Mi hanno coinvolto loro in questo progetto che prevede di ospitare sull’isola per una settimana dai sei agli otto autori selezionati da Loredana Lipperini, madrina storica del festival. In cambio di questa ospitalità, gli scrittori compongono un racconto ambientato sull’isola o ispirato da essa che leggeranno nella serata finale, in un momento teatrale davvero molto emozionante. Questo festival si integra con l’isola perché la racconta attraverso diverse prospettive. Anche io che sono cresciuto a Ventotene, a volte, colgo nuovi aspetti che solo l’occhio dello scrittore riesce a portare alla luce. Eventi di questo tipo aiutano la comunità formata da ventotenesi e turisti, da un lato, ad amare ancor di più la scrittura e a creare sempre più interesse per il mondo del libro e, dall’altro, le permette di scoprire aspetti nuovi del luogo in cui vive o che ha scelto per la propria villeggiatura.
Ventotene è un’isola che nasce come luogo di esilio al femminile con Giulia Maggiore, la figlia dell’imperatore Ottaviano
L’isola di Ventotene ha una storia legata alle donne, giusto?
Ventotene è un’isola che nasce come luogo di esilio al femminile, quello di Giulia Maggiore, la figlia dell’imperatore Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto. Da quel momento in poi, quando una donna della famiglia imperiale cadeva in disgrazia, spesso veniva mandata in esilio sull’isola e, in alcuni casi, come è stato con Claudia Ottavia, la prima moglie di Nerone, trovando qui la morte.
Il libraio è un mestiere antico che si impara a bottega. Un libraio deve conoscere quello che il territorio chiede e desidera
Come spiegherebbe il mestiere del libraio?
Intanto, senza nulla togliere alle scuole per librai, questo è un antico mestiere che si impara “a bottega”. Le scuole possono darti degli strumenti dal punto di vista teorico, ma il mestiere è da esercitare “a bottega” partendo dal livello più basso. Io ho seguito un percorso ideale iniziando come magazziniere. Così ho incominciato ad imparare a conoscere i libri, i distributori, gli editori e le classificazioni. Poi ho fatto esperienza con il pubblico in sala e quando mi sono sentito pronto a spiccare il volo ho aperto la mia prima libreria a Ventotene. Dopodiché, il libraio dovrebbe saper rubare con l’occhio ai librai più esperti, intuire e conoscere quello che il territorio chiede e desidera. Ma anche intercettare le segnalazioni che spesso la comunità di lettori fa alla libreria. Ogni giorno capita che lettrici e lettori consiglino ai propri amici un particolare autore o libro. Le migliori letture le ho fatte proprio grazie a questi consigli “rubati”. Le loro letture preferite sono diventate col tempo anche le mie e a mia volta le ho consigliate ad altre persone. Questo significa comunità dei lettori: una rete attraverso la quale, con il passaparola, si può anche determinare la fortuna di un autore o di un libro. Poi, bisogna anche dire che il mestiere del libraio è molto fisico: con 70.000 novità l’anno è più importante lavorare a scaffale che al computer. Il libraio passa buona parte del suo tempo a sistemare i libri, novità o rifornimenti che siano, e nel ricreare e ridisegnare lo scaffale sapendo cogliere gli stimoli interni ed esterni alla libreria.
Ci può fare un esempio di un “nuovo scaffale”?
Sì, per esempio ho creato uno scaffale dedicato a tutto quello che proviene dall’Iran stimolato da questa lotta drammatica e bellissima che studenti e studentesse iraniane portano avanti nel loro Paese. Mi sembrava giusto dare un’eco anche in libreria di questa loro rivoluzione e in qualche modo, nel mio piccolo, sostenerla.
Le migliori letture le ho fatte grazie ai consigli “rubati” ai lettori in libreria
C’è una scelta anche di cataloghi diversi fra le sue librerie?
Sì, la libreria deve essere lo specchio non solo della realtà esterna, a livello globale per intenderci, ma anche e soprattutto di quella locale.
La libreria deve essere lo specchio della realtà esterna, globale ma anche e soprattutto di quella locale
Un libro che sta leggendo in questo momento?
Ne ho letti due che mi hanno emozionato. Il primo è Quel che si vede da qui di Mariana Leky. È il racconto di una comunità immaginaria in Germania, una comunità molto legata ed eccentrica. Sono tutti personaggi singolari e buffi, narrati da una bambina della comunità che a mano a mano cresce e diventa donna. Un libro veramente poetico e delicato. L’altro è Le stelle si spengono all’alba, una storia drammatica scritta dal canadeseRichard Wagamese. Racconta la storia di un burrascoso rapporto tra un padre e un figlio e del tentativo del padre, arrivato alla fine dei suoi giorni, di riavvicinarsi al figlio.
Un consiglio di lettura: “Merluzzo. Storia del pesce che ha cambiato il mondo” di Mark Kurlansky
Una lettura sul tema del mare che consiglierebbe?
Un libro particolarissimo che si chiama Merluzzo. Storia del pesce che ha cambiato il mondo di Mark Kurlansky. Lo scrittore racconta di come abbia inciso sulla storia dell’umanità e di come sia stato determinante per i marinai fare uso del merluzzo e della sua conservazione anche per affrontare le mete più lontane. Kurlansky è uno scrittore che ha l’abilità di scrivere saggi che assomigliano a romanzi.
Fabio Masi, libraio e vincitore del premio “Luciano e Silvana Mauri” come libraio dell’anno nel 2022
Mattia La Torre, biologa e ricercatrice di tipo A presso il dipartimento di biologia e biotecnologie “Charles Darwin” della Sapienza università di Roma
Sofia Gaudioso, biologa e comunicatrice della scienza, Sapienza università di Roma
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