Vitamina C contro il cancro
Uno studio dell’università del Kansas dimostra le proprietà anti-tumorali della vitamina C, riaprendo il dibattito sui suoi effetti
«Sì, ritengo che ci saranno dei progressi nella lotta contro il cancro. Ma grazie alle vitamine, non ai farmaci. Sicuramente». Era il 1994, quando Linus Pauling, premio Nobel per la chimica e per la pace, rilasciava questa dichiarazione sul «Nutrition Science News». E solo oggi, dopo circa 20 anni, una ricerca dell’università del Kansas sembra avvalorare la sua tesi.
Nello studio, pubblicato su «Science Translational Medicine», i ricercatori hanno preso in esame due gruppi di topi con tumori ovarici, che stavano già ricevendo chemioterapie classiche. A uno dei due gruppi è stato somministrato per via endovenosa l’acido ascorbico (vitamina C). Le quantità della vitamina sono state aumentate da dieci a cento volte rispetto ai livelli normalmente presenti nell’organismo. Dopo qualche tempo, il team ha notato una notevole diminuzione delle cellule cancerogene negli animali che avevano assunto l’acido ascorbico.
Per dimostrare che le alte quantità sono sopportate anche dall’uomo, gli scienziati hanno poi somministrato la sostanza a 25 malati di cancro. I volontari hanno riscontrato una diminuzione della nausea e della fiacchezza, tipici sintomi della chemioterapia.
Questa scoperta potrebbe confutare le ricerche passate, secondo le quali la vitamina non possedeva proprietà anti-tumorali. Per i ricercatori dell’università del Kansas i risultati contrastanti sarebbero dovuti al tipo di somministrazione: negli studi precedenti l’acido ascorbico era stato assunto per via orale e il corpo lo espelleva con rapidità; invece, se si inietta per via endovenosa, la sostanza rimane in circolo abbastanza a lungo da essere assorbita.
Già negli anni 70, Pauling svolgeva i primi esperimenti su malati di cancro per dimostrare l’efficacia della vitamina C. La sua era una vera e propria ossessione che lo portò, nel 1989, a pubblicare il libro Come vivere più a lungo e sentirsi meglio. In quegli anni il premio Nobel era diventato il leader della medicina nutrizionale, da lui considerata un ottimo rimedio contro le malattie cardiovascolari e il cancro, anche se la comunità scientifica denigrava quel tipo di interessi.
Tuttavia, poco dopo la sua morte, nel 1994, scoppiò il boom di assunzione di acido ascorbico: improvvisamente tutti lo ritenevano il rimedio a qualsiasi malattia; e i medici si erano finalmente convinti a non considerarlo dannoso per l’organismo. Ma la mancanza di evidenze scientifiche sui suoi effetti benefici smontò questa tendenza, che si attenuò lentamente fino a essere quasi dimenticata.
Di sicuro gli studi sulle vitamine sono un campo poco finanziato dalle case farmaceutiche, data la loro impossibilità di brevetto. E la mancanza di fondi blocca la ricerca e quindi qualsiasi possibilità di svelare se possiedano veramente un’azione anti-tumorale. Per questo, Yan Ma, che ha coordinato la ricerca dell’università del Kansas, crede «che sia arrivato il tempo per le agenzie di ricerca di sostenere con forza le sperimentazioni cliniche attente e meticolose sulla somministrazione endovenosa di vitamina C».
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